LA STORIA
La Marmolada prende il nome da origini latine, Marmor, infatti, nella lingua latina significa marmo mentre la parola marmar nel greco antico significa splendere, con chiari riferimenti alla lucentezza del ghiacciaio.
Oltre alla leggenda che accompagna il nome e il grande ghiacciaio, la Marmolada è legata anche a vicende storiche molto importanti. Negli anni della prima guerra mondiale, infatti, la Marmolada divenne il palcoscenico dei combattimenti tra l’esercito italiano e quello austriaco, specialmente sul fronte est, poiché segnava un tratto del fronte italo-austriaco. La guerra combattuta sulla Marmolada è un esempio assolutamente particolare di “guerra bianca”. Infatti l’alta quota, la presenza del ghiacciaio, e la sostanziale staticità delle linee dei due schieramenti contrapposti portarono da parte austriaca a realizzare una vera e propria città sotto e dentro il ghiacciaio, e da parte italiana nella roccia viva. Il confine pre-guerra attraversava il ghiacciaio e manteneva le principali cime (Penìa, Rocca, Sass delle Undici e Sass delle Dodici) in mano austriaca, poi attraversava la valle all’altezza del Passo Fedaia e risaliva verso Passo Padòn. Le truppe italiane occuparono e si attestarono sulla Cresta Seràuta, facendo di Forcella Serauta un munitissimo caposaldo in roccia. La conca ghiacciata tra la cresta Seràuta, la Marmolada di Ombretta e il Sass delle Undici, fu terreno di combattimenti e prima linea del fronte dal maggio del 1915 al novembre del 1917.
Oltre alla leggenda che accompagna il nome e il grande ghiacciaio, la Marmolada è legata anche a vicende storiche molto importanti. Negli anni della prima guerra mondiale, infatti, la Marmolada divenne il palcoscenico dei combattimenti tra l’esercito italiano e quello austriaco, specialmente sul fronte est, poiché segnava un tratto del fronte italo-austriaco. La guerra combattuta sulla Marmolada è un esempio assolutamente particolare di “guerra bianca”. Infatti l’alta quota, la presenza del ghiacciaio, e la sostanziale staticità delle linee dei due schieramenti contrapposti portarono da parte austriaca a realizzare una vera e propria città sotto e dentro il ghiacciaio, e da parte italiana nella roccia viva. Il confine pre-guerra attraversava il ghiacciaio e manteneva le principali cime (Penìa, Rocca, Sass delle Undici e Sass delle Dodici) in mano austriaca, poi attraversava la valle all’altezza del Passo Fedaia e risaliva verso Passo Padòn. Le truppe italiane occuparono e si attestarono sulla Cresta Seràuta, facendo di Forcella Serauta un munitissimo caposaldo in roccia. La conca ghiacciata tra la cresta Seràuta, la Marmolada di Ombretta e il Sass delle Undici, fu terreno di combattimenti e prima linea del fronte dal maggio del 1915 al novembre del 1917.
LA LEGGENDA
Il Ghiacciaio è legato anche ad un’antica leggenda secondo la quale, tanto tempo fa, una vecchietta iniziò a raccogliere il fieno il 5 agosto, giorno in cui cade la festività della Madonna delle Nevi. Nonostante le ammonizioni dei suoi compaesani che l’avevano esortata a non raccogliere il fieno, la vecchietta non volle sentire ragioni e fece a modo suo. La notte stessa, sempre secondo la leggenda, ci fu una grande nevicata e le temperature si irrigidirono a tal punto che la neve cominciò a ghiacciarsi. A quel punto, la vecchietta resto incastrata tra la neve e – secondo la leggenda – sarebbe ancora sepolta sotto il ghiacciaio.
Un’altra leggenda ladina racconta che un tempo la Marmolada non era ricoperta da ghiacciai e rocce ma da incontaminati prati; gli abitanti di Sottoguda erano però soliti recarsi su quelle cime per raccogliere il fieno per gli animali e la legna per l’inverno. Così il territorio gradualmente si è spogliato del verde ed è gelato.
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